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Decorso e tassi di intervento chirurgico nella malattia infiammatoria intestinale nell'era della terapia immunomodulante


In uno studio basato sulla popolazione con 7 anni di follow-up riguardante pazienti con colite ulcerosa o malattia di Crohn, sono state descritte la progressione della malattia e i tassi di interventi chirurgici in un'epoca influenzata dal crescente uso di immunosoppressori e dall'introduzione della terapia biologica.

Nel periodo 2003-2004 sono stati registrati tutti i casi incidenti ( 562 ) di pazienti con diagnosi di colite ulcerosa, malattia di Crohn, o malattia infiammatoria intestinale non-classificati in una zona di Copenaghen ben definita.

Le cartelle cliniche sono state revisionate nel periodo 2011-2012.

In totale, sono entrati nello studio di follow-up 513 pazienti ( 213 con malattia di Crohn e 300 con colite ulcerosa ).
26 pazienti hanno cambiato diagnosi durante il follow-up.

Sono stati osservati cambiamenti nella localizzazione e nel comportamento della malattia di Crohn secondo la classificazione di Vienna, rispettivamente, nel 23.9% e nel 15.0 % dei pazienti durante il follow-up.

In totale, il 28.3% dei 300 pazienti con colite ulcerosa è andato incontro a una progressione della malattia durante il follow-up.

L'utilizzo complessivo sistemico di steroidi, immunomodulatori e farmaci anti-TNF ( fattore di necrosi tumorale ) nella malattia di Crohn è stato, rispettivamente, pari a 86.4%, 64.3% e 23.5%.

Il tasso di resezione intestinale per la prima volta nella malattia di Crohn è stato del 29.1% ( n=62 ) e il rischio cumulativo a 7 anni è stato del 28.5%.

Il rischio cumulativo di colectomia nella colite ulcerosa è stato del 12.5% a 7 anni.

In conclusione, la colite ulcerosa e la malattia di Crohn sono malattie dinamiche che progrediscono in estensione e nel comportamento nel tempo.
Il tasso di resezione nella malattia di Crohn e il tasso di colectomia nella colite ulcerosa sono ancora relativamente elevati, anche se sembrano essere diminuiti rispetto a dati storici, fatto che potrebbe essere dovuto a un aumento dell'uso della terapia immunomodulante. ( Xagena2014 )

Vester-Andersen MK et al, Am J Gastroenterol 2014;109:705-714

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